Artigianato

I Ladiri e la Casa Campidanese

Nel centro storico di San Gavino Monreale (VS), caratterizzato da una struttura urbanistica tipica dei centri sardi a cultura agricola, è ancora possibile osservare alcune costruzioni realizzate con il "ladìri", antico materiale edile, utilizzato per realizzare case molto grandi, con ampi cortili e con spaziosi ingressi ad arco: la cosiddetta "Casa campidanese". Costituiva la dimora dei contadini sardi già a partire dalla seconda metà del 700 d.C.

Questa tipologia di edificio, costruito con mattoni grezzi, non cotti, di argilla e paglia macinata, seccati all'aperto ed al sole (in sardo "ladìri"), venne influenzato nel corso dei secoli dalle invasioni a cui venne sottoposta la Sardegna. Soprattutto dagli Spagnoli: non è difficile vedere, infatti, delle similitudini con le coloniche "haciende" dell'America meridionale. Tipico di una Casa campidanese è il cortile centrale dove, a seconda del settore lavorativo in cui era impegnata la famiglia che vi abitava, si trovavano mulini, pozzi, forni e macine. I cortili venivano inoltre dotati ed impiegati per la lavorazione artistica della ceramica ed artigianato sardo.

In aggiunta al cortile ed al maestoso ingresso con arco, altro elemento costruttivo distintivo di una Casa campidanese, è il loggiato di collegamento tra le varie aree dell'abitazione che si sporge sul cortile stesso, "sa lolla". Dove si svolgevano le quotidiane attività caratteristiche della tradizione agricola e pastorizia.

Vuoi lasciare un commento?

Compila i campi per lasciare un commento. Il commento verrà pubblicato dopo l’approvazione del moderatore.